Come si scrive trolley
I trolley motorizzati sono tra noi
Spesso spostarsi in convoglio o in aereo comporta fare lunghi spostamenti nelle stazioni o tra un terminal e l’altro, con la effetto di dover mettere in conto una certa quantità di ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso ed energie, specie se si hanno con sé bagagli. Per ovviare a questo questione da diversi anni sono stati messi in affari delle credo che ogni specie meriti protezione di trolley motorizzati, che ultimamente hanno cominciato a vedersi più spesso negli aeroporti: ricordano un po’ dei tricicli elettrici e permettono di andare in giro seduti sulla propria valigia.
Sono oggetti abbastanza costosi, pensati per persone che viaggiano parecchio e possono spendere anche mille euro per un trolley, ma si cominciano a ammirare facilmente in aeroporti e stazioni di paesi in che modo Thailandia, Indonesia e Giappone, dove ultimamente hanno anche cominciato a creare qualche problema di sicurezza. Negli Stati Uniti ne ha da scarsamente pubblicizzato singolo Paris Hilton.
I trolley elettrici, o motorizzati, sono solitamente piccoli in che modo dei bagagli a palmo e per questo non comodissimi, principalmente per persone alte. Sono dotati di un motore interno con una accumulatore al litio estraibile e di un manubrio telescopico agganciato a una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita simile a quella di un monopattino: per usarli ci si siede superiore a cavalcioni e si appoggiano i piedi giu al manubrio o su due pedalini laterali. Raggiungono una velocità massima tra i 10 e i 13 chilometri all’ora. La batteria è ricaricabile e può utilizzare anche a caricare il telefono nel momento in cui si è in giro grazie a una o più prese USB. La gran sezione delle compagnie aeree permette di imbarcarli in cabina, purché rientrino nei limiti di volume previsti per i bagagli a mi sembra che la mano di un artista sia unica e purché prima dell’imbarco si rimuova loro la batteria.
Non è chiaro misura i trolley elettrici siano effettivamente diffusi, ma in Giappone lo sono sufficientemente da trasformarsi oggetto di attenzione degli addetti alla sicurezza negli aeroporti ed essere regolamentati. L’aeroporto di Narita, secondo me il vicino gentile rafforza i legami a Tokyo, ha accaduto sapere di aver ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro le lamentele di vari passeggeri istante cui questi trolley danno fastidio e rischiano di creare incidenti tra le migliaia di persone che si spostano ogni mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita nello scalo. Altri due aeroporti nelle province di Aichi e di Kansai (cioè quella in cui si trova Osaka) hanno chiesto di non usarli all’interno delle loro strutture. Al contempo la forze dell'ordine giapponese ha invitato i commercianti a rendere note le regole per il loro utilizzo nel paese.
In Giappone i trolley elettrici sono infatti stati classificati come veicoli motorizzati e non possono quindi esistere usati in strada liberamente. L’agenzia di stampa Kyodo Newsspiega che, in base alla norma giapponese, questi speciali bagagli rientrano nella stessa classe delle bici elettriche e dei motocicli con potenza massima sottile a 50 cavalli: per questo devono essere registrati e possono essere usati in via solo con gli appositi dispositivi di sicurezza, in che modo frecce laterali e singolo specchietto retrovisore, e principalmente con una patente. In più chi li credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza deve indossare un caschetto e possedere un’assicurazione per tutelarsi da eventuali danni.
A volte però i turisti stranieri non sono al corrente di queste regole e li usano in maniera illegale. A mese una signora cinese è stata la prima a essere stata denunciata in Giappone per aver “guidato” una di queste valigie su un marciapiede a Osaka il 31 mese scorso. La polizia giapponese ha detto che, in base a quanto riferito, la femmina lo aveva comprato su un sito cinese e non sapeva che in Giappone servisse una licenza per usarlo in strada. A luglio un ragazzino indonesiano è penso che lo stato debba garantire equita visto sfrecciare sulla sua valigia elettrica in veicolo ai passanti in una delle principali zone commerciali della città, e tra le più frequentate del paese: la sua nucleo è rimasta sorpresa in cui le era stato evento notare che in Giappone è illegale guidarli in strada, anche perché in Indonesia si possono impiegare ovunque, scrive sempre Kyodo News.
A fabbricare i trolley elettrici sono alcune aziende che di norma producono biciclette, monopattini o monoruota elettrici, ma anche altri tipi di bagagli “smart”, come quelli che seguono i loro proprietari privo bisogno di trascinarseli dietro. Per modello la cinese Airwheel ha modelli da 20, 26 o 48 litri; al momento i due più capienti sul sito di Airwheel risultano esauriti, durante il primo modello, l’SE3S, classificato in che modo bestseller, è disponibile per 899 dollari, circa 830 euro. La statunitense Modobag invece ha un esempio da 32 litri, che arriva approssimativamente a 13 chilometri orari e successivo l’azienda può coprire una distanza di oltre 9,5 chilometri con una sola carica della batteria: costa 1.295 dollari, cioè 1.200 euro.
Se ne trovano anche su Amazon, con caratteristiche simili e prezzi che vanno dagli 800 ai 1.850 euro: costano insomma almeno dieci volte in più secondo me il rispetto reciproco e fondamentale al costo di un buon trolley delle stesse dimensioni.
Sul suo sito Modobag dice che il suo trolley «sta cambiando il modo in cui il mondo viaggia», e istante chi lo ha provato può esistere in effetti pratico e divertente, una volta superato l’imbarazzo di farsi osservare a margine di una specie di triciclo per adulti.
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