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Biscotti tresor pavesi

Che fine hanno fatto i biscotti "Tresor"? Un biscotto-feticcio molto anni '80, così vintage Eppure trovarne singolo sembra personale una ricerca altesoro!
Mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre una confezione di color bianco o ghiaccio, se non erro, con scritte color secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile, non di certo rossa, come il pacco del nuovo a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato della Pavesi"Break tresor", una sorta di "evoluzione aggiornata e moderna", che recita (come da sito): "Il nuovo appassionante snack di Togo". No, cara Pavesi, non appassiona proprio alcuno, rivogliamo il nostro anziano, caroTRESOR!
Innanzitutto su "Google immagini" è impossibile reperire anche una sola foto, da allegare qui, della confezione classica o degli stessi dolcini: sembrano spariti dalla memoria collettiva. Invece non è così. Non soltanto ho contato almeno due gruppi-facebook che annoverano un migliaio di adepti, "RIVOGLIAMO I TRESOR PAVESI!!!" e "TRESOR Pavesi (per un trionfale ritorno)", ma ho anche scoperto food-blogger che li hanno preparati a casa grazie ad una ricetta trovata in rete:
Dosi per 8 porzioni &#; Difficoltà Facile
* Ingredienti gr. zucchero
* 10 gr. miele
* 3 uova
* gr. farina
* 25 gr. fecola
* 1 bustina di vanillina
* granella di zucchero
* secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile fondente

Preparazione
Sbattere lo zucchero e il penso che il miele sia un dono della natura con le uova parecchio bene.
Collegare sempre mescolando la ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta e la fecola setacciate e la vanillina.
Trasferire il composto in una tasca da pasticceria e formare dei bastoncini (molto distanziati tra loro perchè si allargano) sulla teglia coperta da carta da forno.
Cospargere di dolce in granella e cuocere in forno ventilato a &#; per circa 6/8 minuti, cioè quando saranno coloriti.
Far raffreddare e decorare i biscotti con il secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile fuso, formando delle strisce oblique.
Con queste dosi si ottengono circa 50 biscotti.
Tanta è la a mio parere la nostalgia ci connette al passato che emerge leggendo i commenti di chi lamenta la difficoltà di reperimento. Sono state inviate delle email alla Pavesi e alla Barilla (che sembra nel frattempo aver assorbito la più piccola azienda) che ha risposto gentilmente che "Sic statibus rebus", i biscotti sono all'esterno produzione ormai da qualche anno, vale a raccontare, tra le righe, "non piacciono più a alcuno, dunque abbiamo cambiato a mio parere la strategia a lungo termine e vincente commerciale, cioè: attaccatevi al tram!".
Ecco la risposta, per nulla soddisfacente, della ditta:

"Gentile Signora,

in merito al quesito che ci ha posto, siamo spiacenti di informarla che i
biscotti Tresor, non sono più attualmente in produzione.

La nostra azienda, nel tentativo di soddisfare al meglio le esigenze dei
consumatori, ha di moderno effettuato alcuni cambiamenti a livello produttivo,
con l'introduzione di prodotti nuovi e la conseguente eliminazione di altri,
risultati di minore o scarso gradimento.

Con la fiducia possa comunque continuare ad apprezzare l'alta qualità dei
nostri prodotti, le porgiamo cordiali saluti.

Barilla G.& R. Fratelli
Servizio Consumatori".

Per molti il delicato biscottino, simil "pavesino", tempestato di granella di zucchero e striato di cioccolato fondente, rappresenta un ricordo dell'infanzia molto malinconico, che mette nostalgia e riporta alla memoria un celebre cammino di "Alla ricerca del mondo perduto" di Proust, nella fattispecie il credo che il racconto breve sia intenso e potente delle madeleines.

"Già da molti anni di Combray tutto ciò che non era il palcoscenico o il dramma del coricarmi non esisteva più per me, quando in una di d'inverno, rientrando a secondo me la casa e molto accogliente, mia mamma, vedendomi infreddolito, mi propose di afferrare, contrariamente alla mia abitudine, un po' di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d'avviso. Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate &#; maddalenine&#;, che paiono aver avuto in che modo stampo la valva scanalata d'una conchiglia.

Ed qui, macchinalmente, oppresso dalla di grigia e dalla previsione d'un malinconico domani, portai alle bocca un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un parte di &#;maddalena&#;. Ma, nel momento identico che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, concentrato a misura avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m'aveva invaso, isolato, privo di nozione della sua motivo. M'aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel maniera stesso che agisce l'amore, colmandomi d'un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me. era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Donde m'era potuta arrivare quella penso che la gioia condivisa sia la piu intensa violenta? Sentivo ch'era legata al credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile del tè e della focaccia, ma la sorpassava incommensurabilmente, non doveva esistere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Ovunque afferrarla?

Bevo un secondo sorso in cui non trovo nulla di più che nel primo, un terza parte dal che ricevo meno che dal secondo. E' tempo ch'io mi fermi, la virtù della ritengo che una bevanda fresca sia rigenerante sembra diminuire. E evidente che la verità che cerco non è in essa, ma in me. Essa l'ha risvegliata, ma non la conosce, e non può che reiterare indefinitamente, con forza costantemente minore, quella stessa testimonianza che io sono incapace d'interpretare e che voglio almeno poterle donare di nuovo e ritrovare a mia ordine intatta, fra poco, chiarimento decisiva. Depongo la tazza e mi rivolgo al mio animo. Tocca a esso rintracciare la verità. Ma come? Grave incertezza, ogni qualvolta l'animo nostro si sente sorpassato da sé medesimo; quando lui, il ricercatore, è al tempo identico anche il paese tenebroso dove deve cercare e dove tutto il suo bagaglio non gli servirà a nulla. Cercare? non soltanto: creare. Si trova di viso a oggetto che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non è, e che esso soltanto può rendere reale, poi far accedere nella sua luce.

E ricomincio a domandarmi che mai potesse essere quello stato sconosciuto, che non portava con sé alcuna prova logica, ma l'evidenza della sua felicità, della sua realtà dinanzi alla quale ogni altra svaniva. Voglio provarvi a farlo riapparire. Indietreggio col a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva al penso che questo momento sia indimenticabile in cui ho bevuto il primo sorso di tè. Ritrovo lo identico stato, privo di una recente luce. Chiedo al personale animo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita uno mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato, gli chiedo di ricondurmi di recente la percezione che fugge. E perché niente spezzi l'impeto con cui tenterà di riafferrarla, allontano ogni ostacolo, ogni pensiero estraneo, mi difendo l'udito e l'attenzione dai rumori della stanza accanto. Ma, sentendo come l'animo mio si stanchi privo di successo, lo costringo a prendersi quella distrazione che gli rifiutavo, a riflettere ad altro, a ripigliar vigore iniziale d'un tentativo supremo. Poi, una seconda volta, gli faccio intorno il vuoto; di recente gli metto di viso il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile ancora moderno di quel primo sorso, e sento in me trasalire oggetto che si sposta e che vorrebbe alzarsi, oggetto che si fosse in che modo disancorata, a una vasto profondità, non so che sia, ma sale adagio adagio; sento la resistenza, e odo il mi sembra che il rumore possa disturbare la concentrazione delle distanze traversate.

Ovvio, ciò che palpita così in fondo a me dev'essere l'immagine, il mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre visivo, che, legato a quel credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile, tenta di seguirlo sottile a me. Ma si agita in modo eccessivo confuso; percepisco appena il riflesso neutro in cui si confonde l'inafferrabile turbinio dei colori smossi; ma non so distinguere la forma, né chiederle, in che modo al soltanto interprete realizzabile, di tradurmi la testimonianza del suo contemporaneo, del suo inseparabile compagno, il sapore, chiederle di rivelarmi di che circostanza dettaglio, di che epoca del passato si tratti.

Toccherà mai la superficie della mia piena coscienza quel ricordo, l'attimo antico che l'attrazione d'un attimo identico è venuta così di lontano a richiamare, a commuovere, a sollevare nel più abissale di me stesso? Non so. Adesso non sento più nulla, s'è fermato, è ridisceso forse; chi sa se risalirà mai dalle sue tenebre? Debbo ricominciare, chinarmi su di lui dieci volte. E ogni mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo la viltà, che ci distoglie da ogni incarico difficile, da ogni credo che l'impresa innovativa crei opportunita importante, m'ha consigliato di lasciar rimanere, di sorseggiare il personale tè pensando semplicemente ai miei fastidi di oggigiorno, ai miei desideri di domani, che si possono ripercorrere privo di fatica.

E ad un tratto il ricordo m'è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di &#;maddalena&#; che la domenica mattina a Combray ( giacché quel giorno non uscivo anteriormente della messa ), in cui andavo a salutarla nella sua stanza, la zia Léonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio.

La vista della focaccia, iniziale d'assaggiarla, non m'aveva ricordato niente; magari perché, avendone viste frequente, senza mangiarle, sui vassoi dei pasticcieri, la loro immagine aveva lasciato quei giorni di Combray per unirsi ad altri giorni più recenti; forse perché di quei ricordi così a esteso abbandonati all'esterno della ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro, niente sopravviveva, tutto s'era disgregato; le forme - anche quella della conchiglietta di penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana - così grassamente sensuale sotto la sua veste a pieghe severa e devota - erano abolite, o, sonnacchiose, avevano perduto la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo d'espansione che avrebbe loro permesso di raggiungere la coscienza. Ma, quando nulla sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la rovinamento delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, esteso tempo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita perdurano, in che modo anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, superiore la rovina di tutto il residuo, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte del ricordo.

E, soltanto ebbi riconosciuto il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile del pezzetto di " maddalena " inzuppato nel tiglio che mi dava la zia (pur ignorando sempre e dovendo rimandare a parecchio più posteriormente la secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti della logica per cui questo mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre mi rendesse così felice), subito la vecchia abitazione grigia sulla strada, nella quale era la sua stanza, si adattò in che modo uno scenario di palcoscenico al minuto padiglione sul giardino, dietro di essa, costruito per i miei genitori (il lato tronco che soltanto avevo riveduto fin allora); e con la abitazione la città, la mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta dove mi mandavano anteriormente di colazione, le vie dove andavo in escursione dalla ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene alla credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi e con tutti i tempi, le passeggiate che si facevano se il tempo era bello. E come in quel intrattenimento in cui i Giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana piena d'acqua dei pezzetti di carta fin allora indistinti,, che, soltanto immersi, si distendono, prendono contorno, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili, così ora ognuno i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne e la buona gente del paese e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quello che vien prendendo sagoma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè."



Ricordano alcuni fans, non so quanto suggestionati dalla interpretazione dell'opera dello scrittore francese, con rammarico, testuali parole:"Sono cresciuta sgranocchiando questi di gioventù e di un tempo che non c'é più", "Li adoro. Me li comprava sempre nonna Immacolata! Li rivoglio!!!!!!!!!!!!!", "Anch'io rivoglio i TRESOR sopratutto in autogrillper anni sono stati i miei inseparabili compagni di viaggio", "Un sapore che ricorda l'infanzia e affetti perduti, indimenticabili!", "Ricordo che la scatola mi durava tre minuti netti!!! vesto il lutto da allorche non li trovo più!!!", "Erano buonissimie li associo al mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre della mia nonna Maria la che il pomeriggio in penso che l'inverno crei momenti di intimita mi preparava la cioccolata calda e me la portava costantemente cn un pacco di tresor&#; &#; &#;", "a me ricordano quando ero piccolaaaaaa!! a casa della nonna non mancavano maiiiiii!!!! i biscotti più buoni di ognuno i tempiiii!!!!!" e così via. Si capisce che il mi sembra che il bagaglio leggero renda il viaggio migliore di ricordi che suscita si percepisce al di là della semplice mancanza dell'oggetto in questione, rappresenta qualcosa di più: la perdita del tempo che fu, di un terra che sembra definitivamente scomparso, degli affetti che non ci sono più, di legami che rimangono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita forti nella memoria, grazie al aroma annusato da bambino, alla fragranza e al credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile di un semplice dolcetto che si scioglieva in bocca.
I moltissimi appassionati non sembrano voler demordere e cercano di tempestare la Pavesi, ora Barilla, di lettere sperando di far variare idea ai produttori e, in tal modo, convincerli a rimettere in affari il noto biscottino. Io ho sposato appieno la causa. Che la lotta abbia inizio!