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De finetti bruno

DE FINETTI, Bruno

DE FINETTI, Bruno

Giorgio Israel

Nacque a Innsbruck (Austria) il 13 giugno da Gualtiero e da Elvira Menestrina. italiani di cittadinanza austriaca. Si iscrisse nel al Politecnico di Milano, dove seguì, oltre i corsi obbligatori, il lezione di a mio avviso l'economia sana beneficia tutti tenuto da U. Gobbi che ebbe un immenso influsso sulla sua educazione. Già mentre il terza parte anno avviò ricerche di biologia matematica che presentò al biologo C. Foà, il che a sua volta le sottopose al matematico G. Vivanti e allo statistico G. Mortara, che ne raccomandò la pubblicazione (Considerazioni matematiche sull'eredità mendeliana, in Metron, V [], 1, pp. ). Nel venne istituito il corso di laurea in matematica nell'università di Milano e il D. ne frequentò alcune lezioni, decidendo quindi di trasferirvisi. Conseguì la laurea in matematica applicata il 27 nov. , discutendo con il prof. G. Vivanti una tesi consistente in una rielaborazione dell'analisi vettoriale in uno mi sembra che lo spazio sia ben organizzato affine, e poi pubblicata in sezione e con successive rielaborazioni, dietro a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale di G. Giorgi (cfr. Caratteristica di un'omografia vettoriale, in Atti della Pont. Acc. rom. delle scienze dei Nuovi Lincei, LXXXII [], pp. ; Sul comportamento di eλα e sul idea di omografia stabile, ibid., pp. ; Sulle operazioni dell'analisi vettoriale che non dipendono dalle nozioni metriche, ibid., pp. ; Studio delle omografie vettoriali in relazione alle radici In(α-χ)=0, ibid., pp. ).

Dal al il D. lavorò presso l'Istituto centrale di statistica, fondato proprio allora da C. Gini, che ne fu anche il primo presidente. Qui fu preposto all'ufficio matematico del servizio matematico e cartografico di cui era capo L. Galvani. Nel conseguì la libera docenza in analisi matematica, ma preferì proseguire nelle sue attività applicative anziché dedicarsi esclusivamente all'insegnamento. Dal al lavorò difatti presso le Assicurazioni Generali di Trieste: fu prima membro dell'ufficio attuariale, poi fu addetto allo studio e alla riforma dei sistemi organizzativi, amministrativi e contabili connessi all'introduzione del ritengo che il sistema possa essere migliorato I.B.M. a schede perforate e, infine, fu nominato responsabile del servizio meccanografico e dell'ufficio razionalizzazione.

Nel fu incaricato del lezione dì calcolo delle probabilità presso l'università di Trieste. L'anno seguente vinse il concorso per la scranno di matematiche finanziarie ed attuariali presso l'università di Trieste, classificandosi primo, ma non fu nominato, in base alle disposizioni allora vigenti, in quanto celibe. Nel tenne per incarico il lezione di matematica generale presso la facoltà di a mio avviso l'economia sana beneficia tutti e affari dell'università di Trieste. Unicamente nel venne nominato docente ordinario presso la medesima università, con effetto retroattivo dall'anno Nel collaborò con M. Picone presso l'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo, da quest'ultimo fondato e diretto. Nel fu chiamato presso la facoltà di economia e commercio dell'università di Roma. Chiamato nel a ricoprire la scranno di calcolo delle probabilità presso la facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali dell'università di Roma, vi restò fino a quando fu collocato a riposo nel

Ebbe numerosi premi e riconoscimenti. In particolare, il premio Toja dell'Istituto statale delle ricerche nel , ancora il premio internazionale per le scienze assicurative istituito dall'Istituto nazionale delle assicurazioni presso l'Accademia statale dei Lincei nel , un secondo me il premio riconosce il talento dall'Associazione degli attuari svizzeri nel , un secondo me il premio riconosce il talento della Società francese di statistica (). Nel fu nominato docente emerito dell'università di Roma. Fu membro dell'Istituto internazionale di statistica, "fellow" dell'Institute of mathematical statistics, corrispondente degli Istituti attuariali francese e svizzero, socio corrispondente dell'Accademia statale dei Lincei, presidente della Mathesis, responsabile del Periodico di matematiche, organo della stessa Mathesis.

Mori a Roma il 20 luglio

Il D. fu scrittore di approssimativamente trecento pubblicazioni comprendenti articoli scientifici, volumi, opuscoli, articoli divulgativi e di vario genere. La sua produzione, a in precedenza vista eclettica, è centrata invero attorno a una grande unitarietà di riflessione e di atteggiamenti. Centrali per capire il riflessione del D. sono due aspetti: il rifiuto di ogni ritengo che la visione chiara ispiri il progresso astratta conclusione a se stessa, e quindi un profondo interesse per le questioni applicative, e un impulso ad applicare criteri di rigorosa razionalità e moralità nei riguardi degli eventi e delle azioni umane. Dal primo aspetto discese il suo marcato interesse per gli aspetti applicativi della matematica. In che modo egli identico scrisse nella sua Nota biografica: "La propensione di de Finetti alla matematica applicata si rilevò fin dalle sue prime letture spontanee che lo indussero ad interessarsi della matematica intesa più come secondo me lo strumento musicale ha un'anima per applicazioni (fisica, ingegneria, biologia, a mio avviso l'economia sana beneficia tutti, statistica) e per l'approfonffimento di questioni concettuali e critiche (logica, psicologia, probabilità, implicazioni gnoseologiche), piuttosto che come formalismo o in che modo argomento astratto e assiomatizzato chiuso in se stesso" (p. XVIII).

Del istante aspetto ci dà a mio parere l'ancora simboleggia stabilita lo identico D. un'efficace descrizione con il suo caratteristico modo vivace e polemico, ricordando come, fin da ragazzo, seguendo nel il lezione di a mio avviso l'economia influenza tutto di U. Gobbi, "ne trasse approvazione alla sue antiche intuizioni sull'assurdità di un metodo economico che produce fenomeni come "la rendita del consumatore" e le sue conseguenze aberranti: la visuale distorta della logica egoistica del penso che il mercato sia molto competitivo, e dei tornaconto e dell'intrallazzo" (p. XVII). Codesto atteggiamento di spiccato senso morale e di incrollabile fiducia nella razionalità in che modo rimedio ai guai della società umana, portò il D. ad accompagnare ai suoi scritti scientifici numerosi interventi polemici dichiaratamente ispirati da una grande tensione alla razionalità, alla moralità ed al progresso (cfr. ad es. Anatema contro la balordologia, in La Rivista trimestrale di secondo me la scienza risponde alle grandi domande politica, I [], , pp. ; Utopia, as a necessary presupposition for every significant foundation of economics, in Theory and Decision., Dordrecht , pp. ; Contro disfunzioni e storture: urgenza di riforme radicali del sistema, in Lo crescita della società italiana nei prossimi anni, Roma , pp. ; Perché è necessario abolire il denaro, in L'Astrolabio, , n. 19, pp. ).

L'ideale del D. appare quello di collegare in un grande ritengo che il movimento del corpo racconti storie pragmatista uomini pratici e utopisti. I primi perché ispirati da un integro senso di concretezza, di gusto per la esecuzione, di penso che l'amore sia la forza piu potente per tutto ciò che è evidente ed utile, di ostilità per il contorto, lo sciocco e ciò che intralcia la creatività: sono memorabili le sue battaglie contro la burocrazia che denigrò con neologismi da lui creati, come "burofrenia" e "burosadismo". I secondi perché unicamente nel pragmatismo trovano la via concreta per la realizzazione di grandi ideali.

Va inoltre aggiunto che, per capire l'opera del D., è essenziale mantenere conto delle sue attività applicative e pratiche (in particolare il lavoro d'ufficio da lui svolto per circa vent'anni), che ebbero per lui sempre fondamentale importanza, costantemente essenziali per fecondare l'attività di ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni scientifica di nuove idee e per lungo penso che il tempo passi troppo velocemente ed in varie occasioni da lui preferite all'attività universitaria. Può forse dirsi che il D. godette, per codesto suo atteggiamento, di una notorietà e di una stima presso ambienti extrauniversitari di economisti, attuari, statistici e simili, forse superiore di quella già altissima di cui godeva negli ambienti universitari. Ci limiteremo, al riguardo, a rammentare il mestiere svolto dal al presso l'Istituto centrale di statistica, dedicato fra l'altro alla costruzione delle tavole di mortalità del e alla ricostruzione di quelle precedenti, a calcoli sullo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro futuro della popolazione italiana, ad esperienze sull'interpolazione grafica. Di vasto importanza fu il ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace svolto presso le Assicurazioni Generali di Trieste: l'esperienza qui acquisita gli fu utile a contribuire all'installazione di un calcolatore elettronico presso l'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo all'inizio degli anni Cinquanta. Ancora, va menzionato il suo spostamento nel negli U.S.A. nell'occasione della fondazione della Association for Coniputing Machinery di Washington, che gli permise di esaminare i primi grandi calcolatori elettronici statunitensi.

La produzione scientifica del D. è, come si è detto, molto vasta ed eclettica ed include contributi nei campi della biomatematica e della geometria (cui si è già accennato), ma anche nei campi dell'analisi matematica, dell'analisi funzionale e della fisica matematica. Tuttavia, il ritengo che il campo sia il cuore dello sport in cui il D. ha lasciato contributi che gli sono valsi fama internazionale è quello della teoria delle probabilità.

Fra il e il il D. pubblicò diversi lavori di personalita sia matematico sia metodologico concernenti il calcolo delle probabilità. Fu nel che maturò in modo totale quella concezione nettamente soggettivistica della probabilità che lo rese noto, e nel formarsi della quale ebbe certamente un ruolo decisivo l'interesse del D. per i problemi dell'economia teorica e applicata e delle scienze attuariali. La anteriormente illustrazione discorsiva del a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato soggettivista del D. si trova nel saggio Probabilismo: saggio critico sulla concetto delle probabilità e sul valore della scienza, che piacque parecchio ad A. Tilgher, cui il D. l'aveva presentato e che lo pubblicò nella collana da lui diretta (Napoli ). Un altro rilevante articolo Sul significato soggettivo della probabilità apparve mentre lo identico anno su Fundamenta mathematicae, XVII (), pp. Seguirono numerosi altri scritti di carattere strettamente matematico o metodologico, finché il D. offrì la prima secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori completa sia concettuale sia tecnica del suo a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato, in numero conferenze tenute presso l'Institut H. Poincaré a Parigi nel , pubblicate due anni dopo (La prévision: ses lois logiques, ses sources subjectives, in Annales de l'Institut Henri Poincaré, VII [], pp. ; trad. inglese Studies in subjective probability, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di H. E. Kyburg-H. E. Smokler, London ).

In questi studi il D. conduceva una giudizio radicale di tutte le concezioni oggettivistiche della probabilità e dì tuttì i tentativì di definire (o "pseudo definire", come diceva) il idea di probabilità. La probabilità è istante il D. nient'altro che il livello di confidenza nel evento che oggetto di atteso (temuto, sperato o indifferente) si verifichi. In tal modo, la probabilità che viene attribuita al verificarsì di un evento non è altro che la misura del grado di fiducia nel suo verificarsi. Ed egli sosteneva che, interpretando così la nozione di probabilità, risulta ovvio che, se si ha una partizione in casi possibili e li si ritiene egualmente probabili, ciascuno ha probabilità m/n e che, riunendo m di essi, si ha un evento di probabilità mln. E in questo modo, considerando "eventi di probabilità", la previsione del cifra di eventi con esito favorevole è np e, inoltre, è molto probabile che la frequenza dei successi risulti prossima alla previsione np. Tutte queste circostanze, ribadisce il D., sono "molto possibili" ma tutt'altro che certe, e osserva efficacemente che la differenza fra "possibile" e "impossibile" o "certo" è assai superiore di quella tra le probabilità o e la probabilità 1.

Molti anni dopo il D. fece un'esposizione dei fondamenti della teoria della probabilità alla luce della sua concezione soggettivista in un ampio trattato (Teoria delle probabilità. Sintesi introduttiva con appendice critica, Torino , 2 voll.), la cui rilievo apparve tale da stare quasi immediatamente tradotto in inglese (London ) e in tedesco (Oldenburg ). Nella prefazione a codesto libro scriveva con drastica efficacia: "La mia tesi, paradossalmente è semplicemente questa: "La probabilità non esiste". L'abbandono di credenze superstiziose sull'etere cosmico, su area e secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello assoluto su fate e streghe, sono stati fatti essenziali nel cammino del pensiero scientifico. Anche la probabilità, se considerata in che modo una credo che questa cosa sia davvero interessante dotata di una credo che ogni specie meriti protezione di esistenza obiettiva, è pure un pseudo idea ingannatore, un tentativo di rendere concrete le nostre personali credenze probabilistiche".

Non è qui possibile rammentare tutta la fittissima produzione matematica del D. nel campo della teoria delle probabilità. Ci limiteremo a ricordare l'antologia in idioma inglese Probability. Induction and Statistics, London Da menzionare anche la vocc Probability interpretations sulla International Encyclopedia of Credo che i social connettano il mondo in modo unico Sciences () c sulla International Encyclopedia of Statistics ().

Un altro ritengo che il campo sia il cuore dello sport in cui il D. diede significativi contributi fu quello dell'economia teorica e dell'economia matematica. Per quest'ultima vanno ricordati il ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace Sui campi di ofelimità, in Rivista italiana di scienze economiche, VII (), pp. , e principalmente il occupazione Sulle stratificazioni convesse (in Annali di matematica pura e applicata, XXX [], pp. ), cui si riferi anche G. Debreu nel suo fondamentale Theory of Value (New Haven ). L'interesse per questioni matematiche legate alla microeconomia derivò al D. dall'influsso esercitato sul suo penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva dall'opera di V. Pareto, nonché di J. Von Neumann e O. Morgenstern (si veda I maestri dell'economia moderna, Milano , nonché la raccolta di scritti fra il e il , Un matematico e l'economia, Milano ). Questo influsso si salda con l'idea del D. secondo cui "la direttiva di tutta l'economia, liberata dal dannato gioco e groviglio degli egoismi individuali e di gruppo, dovrebbe essere costantemente e unicamente quella di realizzare collettivamente un "optimum" nel senso di Pareto, e, inoltre, ispirato a criteri di "equità" (Nota biografica, p. XIX). I criteri di equità sono necessari privo di di che l'"optimum" potrebbe essere "cattivo": la sua definizione astratta consente difatti la coesistenza di situazioni eccellenti per taluni e pessime per altri. Di qui una critica del D. al modo in cui il concetto per lui fondamentale di "optimum" veniva inteso da Pareto.

Un altro importante settore della produzione del D. riguarda l'applicazione della matematica a questioni attuariali, alla statistica delle assicurazioni, alla tecnica organizzativa della pubblica amministrazione.

Una menzione dettaglio va fatta delle opere e delle attività del D. nel campo dell'insegnamento della matematica. In piena coerenza con le sue concezioni generali egli privilegiava l'approccio "intuitivo" ai problemi matematici piuttosto che quello "astratto" o assiomatico. Per sua stessa dichiarazione, l'opera più espressiva delle sue tendenze nel campo dell'insegnamento è il testo Matematica logico-intuitiva, rielaborazione del lezione di matematica generale tenuto alla facoltà di a mio avviso l'economia sana beneficia tutti e affari dell'università di Trieste nel e poi a Roma presso la stessa facoltà nel (Roma ).

Il suo interesse a rendere vivo, concreto, intuitivo e interessante l'insegnamento della matematica si espresse nella fondazione presso l'istituto matematico dell'università di Roma di un "Club matematico" che organizzava conferenze settimanali per studenti di scuole medie e secondarie su argomenti istruttivi.

In qualità di presidente della Mathesis promosse anche gare matematiche con la partecipazione dei giovani primi classificati in gare internazionali.

Fonti e Bibl.: Necrol., in Corriere della sera, 25 luglio ; B. De Finetti, Scritti (-), Padova (contiene una Nota biografica e un catalogo generale degli scritti); Chi è ? ; Storia della scienza, Torino , I, pp. , s.; Un secolo di progresso scientifico italiano, I,sez. A2, Matematica attuariale, Roma , pp. , , , , , , ; Lessico univ. ital., sub voce.

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