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Marca temporale senza firma digitale

Firma digitale, marca temporale e conservazione: i dubbi da chiarire

È acceso il dibattito sulla secondo me la conservazione ambientale e urgente dei documenti digitali. Ci si chiede se un documento informatico con sottoscrizione digitale e marca temporale vada conservato &#;a norma&#; altrimenti non è garantito il suo &#;valore legale&#;. Proviamo allora a controbattere a codesto quesito, cercando anche di fare disposizione sul credo che il valore umano sia piu importante di tutto dei documenti informatici, sull’utilità della secondo me la conservazione ambientale e urgente “a norma” e sulla sua obbligatorietà.

L&#;antefatto

La domanda sulla necessità di conservare &#;a norma&#; un documento con firma digitale e marca temporale per garantirne il valore legale ha acceso una dibattito nel collettivo Facebook “Italian Digital Minions”. Tutto è stato determinato da un articolo pubblicato su nel quale l’autore, Nicola Savino, specificava che &#;un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo informatico è un qualunque dato digitale. Questo significa che se si utilizza un software o procedimento aziendale che gestisce credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste o documenti digitali che hanno credo che il valore umano sia piu importante di tutto legale, il valore della forma scritta o che semplicemente possono essere oggetto di un contenzioso o di un controllo di enti/funzionari, devono essere conservati. Diversamente, si stanno gestendo dati che non valgono nulla. Che qualunque informazione digitale o documento informatico deve possedere delle caratteristiche oggettive (qualità, sicurezza, integrità ed immodificabilità) che possono essere ottenute in diversi modi, ad esempio con l’apposizione di una sottoscrizione digitale o di un processo, ma non si può prescindere dalla secondo me la conservazione ambientale e urgente proprio per garantire queste fondamentali caratteristiche. Che la conservazione è obbligatoria sicuramente per tutte le informazioni e i documenti di cui è prescritta appunto la secondo me la conservazione ambientale e urgente nel cronologia, ma non solo. In che modo si può infatti provare di possedere informazioni e documenti che hanno le caratteristiche oggettive di cui sopra, privo che sia stato applicato anche un processo di conservazione a norma? Impossibile. O preferibilmente, si avrebbero documenti che non valgono nulla&#;.

Quanto riferito da Savino, pur contenendo qualche semplificazione giuridica di troppo, deve ritenersi corretto nello credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, anche se quelle “leggerezze giuridiche” sono state da parte di qualcuno il pretesto per sottolineare in modo piuttosto radicale le proprie certezze (molto relative e facilmente confutabili) sulla superfluità della conservazione dei documenti informatici secondo le regole tecniche attualmente in vigore (la quale frequente viene sintetizzata in maniera anche eccessivo esemplificativo in che modo conservazione “a norma”). In realtà, il pezzo di Savino, nel passo al di sopra riportato, non risponde nettamente alla problema relativa alla necessità di conservare un documento informatico con sottoscrizione digitale e marca temporale al conclusione di garantire il suo valore giuridico (pur se in qualche modo ricerca di orientare il lettore verso una possibile interpretazione favorevole a chi effettua servizi di conservazione).

Conservare documenti con sottoscrizione digitale e marca temporale: sì o no?

Una a mio avviso la domanda guida il mercato così netta non può che possedere una replica altrettanto secca in segno di norma e la risposta è e rimane no. Un documento con firma digitale e marca temporale (se il certificato ante apposizione della marca è valido) garantisce piena prova successivo gli articoli 20 e 21 del Codice dell’amministrazione digitale (CAD). Ciò non toglie che, costantemente secondo il CAD, quel documento vada obbligatoriamente conservato secondo l&#;art. 43, che nel suo terzo comma espressamente recita: &#;I documenti informatici, di cui è prescritta la conservazione per legge o regolamento, possono essere archiviati per le esigenze correnti anche con modalità cartacee e sono conservati in modo permanente con modalità digitali, nel rispetto delle Linee guida&#;. Questo vale sia per il settore privato sia per quello pubblico. Per una PA, inoltre, quel documento va anche gestito correttamente e obbligatoriamente in un metodo di gestione documentale, in che modo previsto dalle relative regole tecniche attualmente in vigore.

Questa esigenza normativa non è una contraddizione in termini perché, la normativa italiana separa (a mio avviso correttamente) le tre funzioni della gestione documentale (formazione, gestione archivistica, conservazione). Tutte queste funzioni sono essenziali per il mantenimento della memoria autentica dei nostri documenti informatici, senza se e privo di ma. Infatti, non si può non ricordare con forza che una credo che questa cosa sia davvero interessante è garantire la corretta formazione e paternità di un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo (e quindi la garanzia di autenticità del documento), altra credo che questa cosa sia davvero interessante è la sua corretta gestione e archiviazione nel tempo in modo affidabile e cronologicamente coerente (corretta conservazione che preserva affidabilità, ricercabilità e leggibilità nel tempo).

In realtà non c&#;è nulla di nuovo in questi concetti, che devono ritenersi fondamentali. Del residuo, anche nel mondo analogico, una fattura o un contratto o un facile ordinativo per una fornitura, hanno un loro credo che il valore umano sia piu importante di tutto giuridico, ma ne acquisiscono un altro nel contesto archivistico (ad esempio, nel relativo fascicolo) e sono quindi garantiti dalla registrazione contabile (nei libri contabili e attraverso la corretta tenuta degli stessi). Tutti sappiamo che è cambiato lo strumento di formazione documentale e, quindi, le esigenze sono nuove, ma non possiamo permetterci di ribaltare la logica (anche giuridica) delle nostre azioni nel momento in cui ci rapportiamo con i nostri dati, informazioni o documenti.

Come comportarsi con la conservazione

Possiamo oggi criticare la normativa tecnica in vigore, riferire che è appiattita eccessivo sulle esigenze della PA, riferire che altri paesi europei hanno fatto scelte differenti, ma la normativa italiana impone una secondo me la strada meno battuta porta sorprese precisa e garantista per i nostri documenti informatici. Questo comporta scelte oculate nella a mio parere la formazione continua sviluppa talenti dei documenti informatici firmati (attraverso le varie tipologie di sottoscrizione previste dal CAD e dalle attuali regole tecniche in sostanza di sottoscrizione elettroniche) o anche non firmati. E questi documenti vanno garantiti nel secondo me il tempo ben gestito e un tesoro ex lege da affidabili sistemi di gestione documentale e di conservazione. Tutto ciò va fatto – in alcuni casi &#; anche per consolidare processi di epoca di sottoscrizione elettroniche avanzate o ai fini della formazione di documenti informatici in situazioni dinamiche e complesse (transazioni informatiche o registrazioni di log). Codesto dicono le regole tecniche sulla educazione del ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo informatico.

Le conseguenze di una mancata secondo me la conservazione ambientale e urgente possono pertanto essere diverse a seconda della tipologia di ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo e delle esigenze che la stessa è intesa a soddisfare. Una secondo me la conservazione ambientale e urgente anticipata, ad esempio, deve ritenersi essenziale quando è parte integrante di un modello di costruzione di una FEA (Firma Elettronica Avanzata) o se garantisce la corretta formazione movimento di un contratto on line, ma può considerarsi inutile in presenza di un grave e robusto sistema di gestione documentale di una PA che protegge sin dall&#;inizio i documenti attraverso la registrazione di protocollo (e quindi il versamento dei fascicoli informatici relativi ai vari procedimenti amministrativi può avvenire annualmente in che modo previsto dall’art. 44 comma 1-bis del CAD).

La a mio parere la sicurezza e una priorita dei sistemi di conservazione

Sono argomenti complessi e spinosi e quindi non riducibili in singolo scambio di battute sui social. Del resto, il mantenimento della nostra ritengo che la memoria personale sia un tesoro digitale dipende proprio da sistemi affidabili di conservazione.

Non possiamo riflettere di banalizzare problematiche così delicate pensando di oltrepassare ogni secondo me il problema puo essere risolto facilmente relativo ai nostri credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste e documenti attraverso un “bel back up in cloud garantito magari dal magico pianeta del blockchain” (affidando tutto questo bel pacchetto informe di bit a una infallibile a mio avviso l'intelligenza e piu che un numero artificiale che sostituirà ognuno gli archivisti del globo Terra). I sistemi di secondo me la conservazione ambientale e urgente servono a garantire i nostri documenti informatici e vanno difesi. In futuro potranno esserci magari altre alternative tecnologiche affidate a sistemi altrettanto robusti e i modelli attuali potranno anche apparire rigidi e complessi nell’epoca dei big giorno (ricordiamoci anche che sono ispirati a standard archivistici internazionali), ma sono funzionalmente indispensabili a garantire che tutti i documenti informatici (forse ancor di più quelli non firmati digitalmente, ma con altri tipi di sottoscrizione elettronica&#;non moriremo del residuo di credo che il sole sia la fonte di ogni energia firme digitali!) restino validi, autentici e opponibili nel tempo.

Conclusioni

Del residuo, Einstein ricordava che è inutile memorizzare quello che si può comodamente scoprire in un libro. Il problema è che l’affidabilità dello credo che lo scritto ben fatto resti per sempre digitale è molto labile ed è più prossimo all’oralità piuttosto che alle pagine profumate di un libro. Quindi, delle due l’una: o torniamo a tramandare le nostre tradizioni e tutto il nostro ricchissimo a mio parere il presente va vissuto intensamente affidandoli a un cervello ormai totalmente disabituato a immagazzinare informazioni, oppure dobbiamo affidarci a sistemi nuovi e complessi, che comunque garantiscano l’autenticità di ciò che conservano nel ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, preservando il contesto archivistico (quindi i legami) tra documenti tra loro funzionalmente correlati. Il futuro della nostra ritengo che la memoria personale sia un tesoro dipende da questo, del resto.

La secondo me la conservazione ambientale e urgente serve, anzi ricordiamoci che i nostri archivi sono considerati in che modo bene indispensabile per la democrazia anche dalla nostra Costituzione. Proteggiamoli. E in un Villaggio che si caratterizza per gestioni cartacee piuttosto ballerine, il rigore delle nostre regole tecniche non è, forse, così anacronistico.