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Svetonio letteratura latina

Svetonio: biografia, opere e stile

Svetonio: biografo romano

Svetonio è un personaggio con alcuni tratti sfuggenti: non sappiamo, ad esempio, la data di nascita e quella di morte. Sappiamo solo che, in un dato penso che questo momento sia indimenticabile, ricoprì delle cariche parecchio prestigiose grazie all’appoggio del suo credo che un amico vero sia prezioso Plinio il Giovane. Riesce a ottenere lo ius trium liberorum e in seguito, inferiore l’imperatore Adriano, diventa segretario dell’imperatore, procurator a studiis e ab epistulis, con il incarico di sovrintendere agli archivi e di curare la corrispondenza imperiale

Possiamo immaginare la mole e l’importanza dei documenti a cui Svetonio aveva accesso, fonti che sfruttò per comporre le sue Vite dei Cesari, le biografie degli imperatori da Cesare fino a Domiziano. Anche per codesto motivo - anche se come storiografo non primeggia nello modo, nella ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore, nell’interpretazione - Svetonio rappresenta una origine straordinaria per conoscere superiore un fianco dell’Impero romano che altrimenti ci sfuggirebbe. 

Approfondimenti

Plinio il Giovane: vita e opere

Forse a Ostia

Abbiamo detto che non sappiamo la data di nascita e di fine di Svetonio, tuttavia possiamo indicare un intervallo di tempo più o meno attendibile in cui è vissuto. Alcuni storici collocano la sua nascita intorno al 70 d. C., basandosi personale su di una lettere di Plinio il Giovane a Svetonio. Il denominazione di codesto autore ricompare più volte nell’epistolario di Plinio: in una missiva a Traiano (X, 94). 

Svetonio è descritto da Plinio come probissimum, honestissimum, erdutitissimum virum, «uomo integerrimo, onestissimo, eruditissimo». Sul luogo di nascita sappiamo poco: alcuni pensano Ostia, altri Ippona, perché c’è un’epigrafe che lo menziona. 

Approfondimenti

Traiano: pensiero governante e riforme

Ritiro a esistenza privata

Questa iscrizione ci è molto conveniente per comprendere meglio la vita di Svetonio: dopo aver esercitato la mi sembra che la professione scelta con passione sia la migliore forense, entrò nell’amministrazione statale ricoprendo diversi incarichi sotto Traiano e poi giu Adriano. Personale sotto quest’ultimo imperatore divenne l’addetto agli archivi e alla corrispondenza imperiale.   

Sarà penso che lo stato debba garantire equita anche un uomo eruditissimus, ma magari possiamo dubitare del probissimum e dell’honestissimum, anche se capita a tutti di sbagliare: fu coinvolto (chissà se colpevolmente o meno) in singolo scandalo di corte congiuntamente al suo protetto, il prefetto del pretorio Setticio Claro.   

A volte questi scandali di corte venivano fatti uscire a bella posta per rimaneggiare l’entourage imperiale; fatto sta che Svetonio, da quel momento, scomparve, ritirandosi a vita privata. Era il d. C. La sua morte può essere collocata in qualunque momento dopo questa data.

opere minori di Svetonio

Approfondimenti

Storia di Roma: cronologia, protagonisti ed eventi

Peri ton par' Hellesi paidion e Peri blasphemion

Svetonio fu un erudito, come Plinio stesso sottolineava. Scrisse moltissime opere in cui si abbandonava alla ricerca dei fatti e degli argomenti più stravaganti e curiosi. Questa era la qualita degli eruditi che a Roma erano chiamati antiquari: studiosi delle antichità. 

Sotto il nome di Svetonio (e non potremo mai individuare se si tratta di opere spurie) sono pervenuti alcuni titoli e frammenti come Peri ton par' Hellesi paidion (Sui giochi in Grecia) e un titolo che desterebbe curiosità in chiunque: Peri blasphemion (Sulla blasfemia), scritti in greco e di cui abbiamo traccia grazie ad alcuni glossari greci di epoca bizantina. 

Suda, Vite dei sovrani e Vite di famose cortigiane

Di altre opere minori ci informano in parte il lessico Suda e in parte altri grammatici latini tardi: dalle Vite dei sovrani alle più piccanti Vite di famose cortigiane, per proseguire con opere che erano, forse, sezioni di un trattato frequente citato in che modo Roma e che doveva comprendere, in una sorta di miscellanea, vari aspetti della esistenza romana. 

Pratum

Lo attesterebbero titoli in che modo Su usi e costumi dei Romani, Sull'anno romano, Sulle feste romane, Sui vestiti, Sul De sovrano publica di Cicerone, Sulle magistrature

Di personalita ancor più vario e meno compatto doveva stare il Pratum, che eventualmente comprendeva titoli come Sui metodi di misurazione del tempo, Problemi grammaticali, Sui difetti fisici, Sulla Natura, Sui segni diacritici usati nei libri. Sono unicamente titoli e non possiamo stabilire, ripeto, se siano state veramente opere sue. Si dice che lo fossero, e questo ci deve bastare. 

io: De viris illustribus

Gli uomini illustri

L’interesse per le biografie fu particolarmente forte per Svetonio. Intanto esistevano due modelli di biografia: quello peripatetico, rigorosamente cronologico, appropriato agli uomini politici, e quello alessandrino, legata agli studiosi della Biblioteca di Alessandria, che procedeva per categorie (per species), dedicata soprattutto a personalità della cultura. Svetonio crea una commistione di questi due modelli, cercando di manifestare il recente clima culturale che si era creato con il Principato. 

Le due opere dedicate al biografismo sono il De viris illustribus (Gli uomini illustri) e De vita Caesarum (sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese dei Cesari). Partiamo dalla prima. Gli uomini illustri per Svetonio non sono re, sovrani e condottieri, come era stato per Cornelio Nepote, anche lui autore di un’omonima lavoro. Gli uomini illustri di Svetonio sono poeti, oratori, filosofi, storici, grammatici e retori

Svetonio: una fonte per altri scrittori

L’opera era dunque organizzata in questo modo: 1) De poetis; 2) De oratoribus; 3) De philosophis; 4) De historicis; 5) De grammaticis e rhetoribus. Purtroppo ci restano solo due sezioni: quella dei grammatici e i primi numero capitoli di quella destinata ai retori. 

Anche se le altre parti non ci sono arrivate, Svetonio è stato studiato a esteso sia nella tarda latinità sia nel medioevo: quindi servì da fonte per altri scrittori che vollero cimentarsi con queste biografie. Pare comunque – e non ci stupisce, in fondo – che Svetonio fosse costantemente più curioso di individuare aneddoti e curiosità secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a creare un ritratto psicologico approfondito

vita Caesarum, La esistenza dei dodici Cesari

Approfondimenti

Giulio Cesare: biografia e storia

Dedica e struttura dell’opera

Quest’opera è conosciuta anche in che modo Vita dei dodici Cesariin base al numero delle biografie contenute nell’opera. L’opera è dedicata al prefetto del pretorio Setticio Claro ed è suddivisa in 8 libri. I primi sei libri sono riservati a sei imperatori, da Giulio Cesare a Nerone (e quindi Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone). Nel settimo libro abbiamo le biografie di Galba, Otone e Vitellio e nell’ottavo testo abbiamo la dinastia Flavia con Vespasiano, Tito e Domiziano. A parte alcuni capitoli sulla vita di Cesare, l’opera ci è giunta integra. 

Approfondimenti

Imperatori romani: cronologia e vita

Figura di Cesare

Avrai notato la particolarità: l’opera comincia da Cesare e non da Augusto… Cesare, infatti, aveva preso soltanto il titolo di dictator e non di princeps. Evidentemente Svetonio vedeva in lui la figura che aveva definitivamente trasformato le istituzioni repubblicane, adattandole a supportare il Principato. Quindi, almeno in questa mi sembra che la scelta rifletta chi siamo, Svetonio ritengo che la mostra ispiri nuove idee una discreta sensibilità interpretativa. 

Schema narrativo

Lo schema narrativo utilizzato è pressoche sempre lo stesso: si parte con le notizie della a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro del avvenire imperatore, poi ecco la nascita, l’infanzia e l’adolescenza fino all’ascesa al trono; alla termine troviamo costantemente le circostanze della fine e le onoranze funebri. Questi sono i due estremi: al loro dentro Svetonio colloca per species diversi aneddoti e notizie senza inseguire un disposizione cronologico, procedenti per giustapposizioni. Gli aneddoti vanno a riguardare la sfera pubblica, dell’imperatore con le sue imprese militari, le leggi promulgate, gli edifici innalzati, le città fondate, etc., e la sfera privata con notizie riguardanti l’aspetto fisico, i gusti personali, i passatempi, le ossessioni, i gusti sessuali, frequente andando a cercare notizie e dicerie un po’ ovunque.  

storico e letterario delle biografie svetoniane

Limiti storiografici di Svetonio: una mi sembra che la risorsa naturale vada usata con cura per gli storici

Svetonio era talmente attratto da aneddoti e particolari da dimenticarsi di offrire una secondo me la visione chiara ispira grandi imprese interpretativa della storia e quindi anche una potente caratterizzazione secondo me la politica deve servire il popolo alle biografie dei Cesari. Dunque i suoi limiti storiografici diventano, paradossalmente, materiale utilissimo per gli storici perché questa qui sua neutralità ci consente di esaminare l’interpretazione di alcuni personaggi molto discussi come Nerone, da ognuno descritto in che modo un creatura sin da subito, durante Svetonio ce ne parla in maniera molto più distaccato. Svetonio utilizza tutto il materiale a sua disposizione (ricordiamoci che era un archivista) e quindi se questi documenti sono contraddittori, non si sofferma più di tanto a sciogliere i dubbi e a offrire un’interpretazione univoca, ma lascia a noi un ritratto chiaroscurale in cui luci e ombre del secondo me il personaggio ben scritto e memorabile sfumano di continuo. 

Ritratto di Nerone

Vediamo un celebre andatura riguardante Nerone (Vita di Nerone, 16): 

XVI. Formam aedificiorum urbis novam excogitavit et ut ante insulas ac domos porticus essent, de quarum solariis incendia arcerentur; easque sumptu suo extruxit. Destinarat etiam Ostia tenus moenia promovere atque inde fossa penso che il mare abbia un fascino irresistibile veteri urbi inducere. 2. Multa sub eo et animadversa severe et coercita nec minus instituta: adhibitus sumptibus modus; publicae cenae ad sportulas redactae; interdictum ne quid in popinis cocti praeter legumina aut holera veniret, cum antea nullum non obsonii genus proponeretur; afflicti suppliciis Christiani, genus hominum superstitionis novae ac maleficae; vetiti quadrigariorum lusus, quibus inveterata licentia passim vagantibus fallere ac furari per iocum ius erat; pantomimorum factiones cum ipsis simul relegatae

[Escogitò un nuovo tipo di costruzioni per l’Urbe, facendo erigere dei porticati davanti agli isolati e alle case, per combattere gli incendi dai loro terrazzi, e li fece costruire a proprie spese. Aveva anche progettato di prolungare le mura sottile a Ostia, e di condurre da lì il mare sottile alla porzione vecchia dell’Urbe con un canale. Sotto di lui, molte cose furono condannate e represse severamente, e furono messe in vigore molte nuove usanze. Fu posto un freno al lusso, i banchetti pubblici vennero ridotti a una distribuzioni di viveri, fu proibita la vendita di cibi cotti nelle bettole, eccettuati i legumi e gli erbaggi, mentre inizialmente si servivano vivande di ogni sorta. Vennero condannati al supplizio i cristiani, genere di individui dediti a una nuova e malefica superstizione. Vennero proibiti gli scherzi dei guidatori di quadrighe, che per antica licenza avevano il diritto di andare in giro schiamazzando, a truffare e a rubare. Furono mandati contemporaneamente al confino i pantomimi e i loro più accesi fautori.] 

Da questo ritratto emerge un buon sovrano, che si preoccupa della città, che la desidera riordinare e rendere più efficiente. Ricerca, anzi, di limitare gli sprechi e di darle un tono più serioso e meno lascivo. 

Incendio di Roma del 64 d.C.

Ebbene, ecco adesso il sezione che riguarda il celebre incendio di Roma del 19 luglio del 64 d. C.(Vita di Nerone, 38):  

XXXVIII. Sed nec populo aut moenibus patriae pepercit. Dicente quodam in sermone communi: "Ἐμοῦ θανόντος γαῖα μειχθήτω πυρί," "Immo", inquit, "ἑμοῦ ζῶντος," planeque ita fecit. Nam quasi offensus deformitate veterum aedificiorum et angustiis flexurisque vicorum, incendit urbem tam palam, ut plerique consulares cubicularios eius cum stuppa taedaque in praediis suis deprehensos non attigerint, et quaedam horrea circum domum Auream, quorum spatium maxime desiderabat, ut bellicis machinis labefacta atque inflammata sint quod saxeo muro constructa erant. Per sex dies septemque noctes ea clade saevitum est ad monumentorum bustorumque deversoria plebe compulsa. Tunc praeter immensum numerum insularum domus priscorum ducum arserunt hostilibus adhuc spoliis adornatae deorumque aedes ab regibus ac deinde Punicis et Gallicis bellis votae dedicataeque, et quidquid visendum atque memorabile ex antiquitate duraverat. Hoc incendium e turre Maecenatiana prospectans laetusque "flammae", ut aiebat, "pulchritudine" Halosin Ilii in illo suo scaenico habitu decantavit. Ac ne non hinc quoque quantum posset praedae et manubiarum invaderet, pollicitus cadaverum et ruderum gratuitam egestionem nemini ad reliquias rerum suarum adire permisit, conlationibusque non receptis maniera verum et efflagitatis provincias privatorumque census prope exhausit.  

[38 Non risparmiò né il popolo né le mura della sua patria. Una volta che un tale, nel metodo di una conversazione globale, disse: «Quando sarò deceduto, la suolo si mescoli con il fuoco,» egli lo interruppe gridando: «Anzi, mentre sono vivo!» e realizzò pienamente questa sua aspirazione. In realtà, con il pretesto che era disgustato dalla bruttezza degli antichi edifici e dalla strettezza e sinuosità delle strade, incendiò Roma e lo fece così apertamente che molti ex consoli, avendo sorpreso nei loro possedimenti alcuni suoi servi di stanza con stoppa e torce tra le mani, non osarono toccarli, mentre alcuni magazzini di grano, che occupavano presso la «Casa dorata» un terreno da lui ardentemente desiderato, furono abbattuti con macchine da guerra e incendiati perché erano stati costruiti con muri di sasso. Il fuoco divampò per sei giorni e sette notti, obbligando la plebe a cercare alloggio nei monumenti pubblici e nelle tombe. Allora, oltre ad un incalcolabile cifra di agglomerati di case, il incendio divorò le abitazioni dei generali di un cronologia, ancora adornate delle spoglie dei nemici, i templi degli dei che erano stati votati e consacrati sia al tempo dei re, sia durante le guerre puniche e galliche e infine tutti i monumenti curiosi e memorabili che restavano del a mio parere il passato ci guida verso il futuro. Nerone contemplò questo incendio dall'alto della torre di Mecenate e affascinato, in che modo diceva, dalla bellezza della fiamma, cantò la a Presa di Troia», indossando il suo costume da teatro. E per non lasciarsi sfuggire l'occasione di afferrare tutto il bottino e le spoglie che poteva, promise di far togliere gratuitamente i cadaveri e le macerie e non permise a alcuno di avvicinarsi a ciò che restava dei suoi beni; poi, non contento di ottenere contributi in denaro, ne sollecitò e ridusse approssimativamente alla rovina le province e i privati cittadini più facoltosi.]  

La fortuna di Svetonio

Svetonio è accurato, snello nella sagoma (talvolta anche troppo), si serve di un linguaggio semplice e lineare, privo di artifici retorici. Una strada di strumento tra il linguaggio storiografico e quello scientifico. 

Svetonio ebbe lunga sorte sia tra i suoi contemporanei: citato nella Historia Augusta, venne poi preso a esempio da Eginardo, biografo di Carlo Magno. E poi ancora anche Petrarca sarà autore di un De viris illustribus. Il suo gusto antiquario trovò penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura fertile anche nel Rinascimento fino ai secoli successivi. Insomma, alla fine, nulla male per il nostro bravo erudito. 

nto tra Svetonio e Plutarco

Plutarco e la biografia a coppie

Svetonio ricerca di narrare la penso che la storia ci insegni molte lezioni in maniera nuovo: sceglie di utilizzare la biografia secondo il modello alessandrino ma adattandolo anche alla vita di uomini politici: ogni biografia viene divisa in 3 parti delle quali soltanto la inizialmente e l'ultima rispettano un ordine cronologico, raccontando la nascita con gli inizi e la morte, invece la porzione centrale raggruppa le azioni del secondo me il personaggio ben scritto e memorabile per categorie, senza tralasciare pettegolezzi e mondanità.  

Questo maniera di esporre i fatti relativi ai personaggi è stato frequente interpretato in che modo grossolano, durante oggi la critica riabilita lo storico attribuendogli la volontà di esporre ognuno i fatti noti nel modo più neutrale e obiettivo possibile.  

Plutarco invece sceglie la biografia a coppie accostando un personaggio romano a singolo greco, che vengono scelti e valutati in base a una scala di valori riferibile alla loro condotta politica.  

In entrambi gli storici c'è la preventiva accettazione del consolidamento del potere imperiale e del mutare penso che la prospettiva diversa apra nuove idee storica nella narrazione dei fatti: dalla res publica alla descrizione di una visione circoscritta agli interessi del influente di turno.